CHIEDO COACHING..

Mi chiedo spesso cosa cerca qualcuno che chiede di lavorare con un coach.

Senza dubbio il desiderio di cui è consapevole  è di risolvere il proprio “problema”. Sotto sotto desidera forse un consulente che lo accompagni a una buona performance?

Ed è un po’ vero che solo la persona stessa può riconoscere il movimento corretto per sciogliere il problema. è anche molto vero che, se sapesse come farlo, sicuramente procederebbe in autonomia.

D’altra parte, per agire in modo efficace e strutturale sul tema è necessario aver le idee chiare.

Sui sacri testi si indica nell’ascolto attivo la miglior “cura” che il coach può offrire ( con tutti i significati che questa parola ha, dalla cura-medicina  all’accudimento, al “take care”).

L’ascolto è un concetto complesso, che nel processo di coaching o counseling conduce il cliente ad ascoltare quella parte di  “se stesso”  nascosta e in certi casi bisognosa. Per il cliente è spesso una scoperta grande e rivoluzionaria.

E poi  la leggenda suggerisce che, quando questo avviene, il lavoro è fatto: allora il cliente “saprà” cosa fare/scegliere per un proprio miglior benessere.

mah.

 

Ma cosa cerca un cliente, quando si rivolge a un coach?

La “conoscenza di sé“?

Forse, si, no, anche. talvolta in modo consapevole, altre volte meno, forse non la cerca proprio.

La “ricerca di sé“,  di per se stessa,  interessa davvero a pochissime persone. E solitamente i “problemi esistenziali” NON richiedono risposte, ma approfondimento spirituale e etico, felicità. Che certamente si può fare assieme al coach.

In ogni caso quasi sempre, anche nei casi in cui  la domanda posta fosse questa..

Sotto sotto,  nascosto, sta il desiderio naturale di scegliere o prendere la decisione migliore possibile. insomma, risolvere un “problema”. Anche fosse solo una tristezza esistenziale.

Il cliente cerca di fatto un qualcuno che lo aiuti a risolvere il problema.

Ma allora, cosa cerca un cliente quando si rivolge a un coach?

 

Io penso che in fondo cerchi la magìa

Chiede una mano per muoversi da una situazione ad una migliore. E vuole percepire, pesare questo miglioramento.

 

il dubbio del coach

A questo segue il dubbio del coach: cosa può offrire? ha studiato, imparato tecniche e concetti, si è  certificato, ma non è un mago e non detiene la “conoscenza”..

Ha imparato a conoscersi meglio. Ha scoperto di se cose belle e cose che gli son piaciute meno.

Ha studiato come funzioniamo, tecniche per estrarre contenuti, tecniche per gestire le emozioni e tanto altro. alcune di queste affini al suo modo di sentire, altre più lontane. E quando lavora ne utilizza alcune, una scrematura di quanto letto.

Ma non perché le idee, gli studi, le teorie non siano valide. Semplicemente, a consuntivo, “sa ” quali scegliere e le applica “al bisogno” in modo naturale.

Il vecchio q.b. delle ricette di famiglia scritte a mano dalla nonna..

 

Perchè a consuntivo sono i risultati che contano, come il coach soddisfa la domanda che gli vien posta dal cliente per risolvere il suo problema attraverso la conversazione.